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Fernández de Córdoba, Gonzalo.

(detto il Gran Capitano). Generale spagnolo. Ingegno versatile, fu uno dei più abili militari del suo tempo. Protetto dalla regina Isabella di Castiglia, fu nominato comandante delle truppe spagnole e combatté soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia contro i Francesi. Addestrò i suoi uomini prendendo a modello, in parte, i picchetti svizzeri e in parte gli archibugieri italiani. Inoltre adottò l'espediente italiano di usare le fortificazioni campali per bloccare l'attacco nemico, prima di sferrare il contrattacco, trasformando profondamente l'esercito spagnolo. Tra l'altro, intervenne con rinforzi spagnoli per difendere Venezia contro l'attacco turco sferrato nel 1500. Nel dicembre di quell'anno consentì alla flotta veneziana, appoggiata da una squadra spagnola che lo trasportava con un gruppo di veterani, di impadronirsi dell'isola di Cefalonia. Dopo essere stato costretto dalla superiorità delle forze francesi a ritirarsi a Barletta, dove rimase assediato durante l'inverno 1502-03, sostenuto dai rifornimenti che gli pervenivano via mare dalla Sicilia e dalla Spagna, poté uscire in campo aperto nella primavera del 1503, in seguito all'arrivo di numerosi rinforzi. Riportò la vittoria di Cerignola che gli aprì la strada verso Napoli. I Francesi si ritirarono a Gaeta in attesa di rinforzi e a metà del successivo inverno i due eserciti si trovarono l'uno di fronte all'altro sulle rive del fiume Garigliano. Egli riuscì ad attraversare il fiume su un ponte di barche, prendendo di sorpresa i Francesi che, dopo un sanguinoso combattimento, dovettero ritirarsi in disordine a Gaeta, ultima loro roccaforte in territorio napoletano, arrendendosi il 1° aprile 1504. Il regno di Napoli, così unificato, venne annesso alla corona d'Aragona ed egli ne fu nominato vicerè. Poco dopo però moriva la regina Isabella lasciando erede del trono di Castiglia la figlia Giovanna, con grande disappunto di Ferdinando che vedeva seriamente compromessa l'unione delle corone di Castiglia e d'Aragona, tanto da essere indotto, in funzione antiasburgica, a firmare un'alleanza col re di Francia Luigi XII, sino allora suo grande nemico, sposandone in seconde nozze la nipote. Il re si recò quindi a Napoli con la moglie e per consolidare il proprio potere su quel regno, sostituì tutti i funzionari castigliani, compreso Gonzalo al cui posto nominò vicerè il nipote Giovanni d'Aragona. Ritornato in Spagna fu definitivamente emarginato dalla vita politica (Cordova 1453 - Granada 1515).